18/01/2022 San Pietro in Casale - Illusioni perdute. Un appuntamento di Pomeriggi al cinema
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- 18/01/2022 San Pietro in Casale - Illusioni perdute. Un appuntamento di Pomeriggi al cinema
- 2022-01-18T14:30:00+01:00
- 2022-01-18T16:00:00+01:00
- Cosa Cultura
- Quando 18/01/2022 dalle 14:30 alle 16:00
- Dove San Pietro in Casale - Cinema Parrocchiale Italia
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Pomeriggi al cinema - VI Stagione Cinema Parrocchiale Italia di San Pietro in Casale
Illusioni perdute
Regia di XAVIER GIANNOLI
Con BENJAMIN VOISIN, CÉCILE DE FRANCE, VINCENT LACOSTE, XAVIER DOLAN, SALOMÉ DEWAELS.
Genere: Drammatico - Francia 2021
Regia di XAVIER GIANNOLI
Con BENJAMIN VOISIN, CÉCILE DE FRANCE, VINCENT LACOSTE, XAVIER DOLAN, SALOMÉ DEWAELS.
Genere: Drammatico - Francia 2021
Durata 144’
Ingresso 3,00
Lucien Chardon, de Rubempré da parte di madre, si sogna scrittore nella campagna di Angoulême. A incoraggiare i suoi versi e la sua ambizione è Madame de Bargeton, sposata a un uomo molto ricco e troppo vecchio per lei.
Lui scrive poesie per elle, lei è sedotta dalla poesia. Lo scandalo provocato dalla loro relazione, lo spinge a lasciare la provincia per Parigi e la fama letteraria.
Ma la capitale non fa sconti a Lucien, che passa dalle braccia di Madame de Bargeton a quelle di Coralie, attrice plebea a cui si consacra. A cambiargli la vita sarà l’incontro con Étienne Lousteau, redattore corrotto e corruttore di una piccola gazzetta di successo, che lo inizia al mestiere: fare il bello e il cattivo tempo sul mondo del teatro e dell’editoria. Fresco nel suo stupore, Lucien impara presto ‘la commedia umana’ e supera il maestro in perfidia. A colpi di penna abbatte l’aristocrazia che lo ha rifiutato e gli nega il titolo nobiliare che vorrebbe dannatamente riprendersi. A sue spese imparerà che tutto si compra e tutto si vende, la letteratura come la stampa, la politica come i sentimenti, la reputazione come l’anima.
Opera capitale dentro un’opera monumentale, “Illusioni perdute” è una storia, meglio un film, vertice e cuore battente de “La Commedia umana”, impresa letteraria di Honoré de Balzac.
Giannoli, il regista, si è gettato sul romanzo di Balzac come ci si getta sulring, con la volontà di combattere, di sperimentare e di comprendere cosa ne è dell’ambizione nella Francia divisa tra la provincia e Parigi, sedotta dal successo e dal denaro. Cosa ne è della stampa oggi con la moltiplicazione dei titoli e dei supporti, l’invenzione di format e di rubriche, la diversificazione dei lettori potenziali. Perché non c’è rivoluzione senza crisi e perché certe rivoluzioni ‘ritornano’ ai fondamentali della stampa: il giornalismo partecipativo, il dialogismo, la conversazione, lo spazio social, il romanzo sociale.
Così due secoli dopo, l’opera di Balzac parla della nostra epoca. La Francia del 1820, che cercava di dimenticare la Rivoluzione e le guerre imperiali riempiendo i teatri, dialoga con quella contemporanea.
Le parole di Balzac raccontano di oligarchie finanziarie, di compromessi tra politica e stampa, di banchieri al governo...
Insomma, gira e rigira troviamo la solita frittata.
Sappiamo tutto il male che Balzac pensava dei giornali. Maltrattato da rivali che pubblicavano fogli effimeri e sovente ricattatori, lo scrittore aveva riservato a questa nascente corporazione un risentimento profondo. Non sorprende che l’acredine di Balzac faccia ancora centro, riattivando la sfiducia sempre attuale nella stampa.
Ingresso 3,00
Lucien Chardon, de Rubempré da parte di madre, si sogna scrittore nella campagna di Angoulême. A incoraggiare i suoi versi e la sua ambizione è Madame de Bargeton, sposata a un uomo molto ricco e troppo vecchio per lei.
Lui scrive poesie per elle, lei è sedotta dalla poesia. Lo scandalo provocato dalla loro relazione, lo spinge a lasciare la provincia per Parigi e la fama letteraria.
Ma la capitale non fa sconti a Lucien, che passa dalle braccia di Madame de Bargeton a quelle di Coralie, attrice plebea a cui si consacra. A cambiargli la vita sarà l’incontro con Étienne Lousteau, redattore corrotto e corruttore di una piccola gazzetta di successo, che lo inizia al mestiere: fare il bello e il cattivo tempo sul mondo del teatro e dell’editoria. Fresco nel suo stupore, Lucien impara presto ‘la commedia umana’ e supera il maestro in perfidia. A colpi di penna abbatte l’aristocrazia che lo ha rifiutato e gli nega il titolo nobiliare che vorrebbe dannatamente riprendersi. A sue spese imparerà che tutto si compra e tutto si vende, la letteratura come la stampa, la politica come i sentimenti, la reputazione come l’anima.
Opera capitale dentro un’opera monumentale, “Illusioni perdute” è una storia, meglio un film, vertice e cuore battente de “La Commedia umana”, impresa letteraria di Honoré de Balzac.
Giannoli, il regista, si è gettato sul romanzo di Balzac come ci si getta sulring, con la volontà di combattere, di sperimentare e di comprendere cosa ne è dell’ambizione nella Francia divisa tra la provincia e Parigi, sedotta dal successo e dal denaro. Cosa ne è della stampa oggi con la moltiplicazione dei titoli e dei supporti, l’invenzione di format e di rubriche, la diversificazione dei lettori potenziali. Perché non c’è rivoluzione senza crisi e perché certe rivoluzioni ‘ritornano’ ai fondamentali della stampa: il giornalismo partecipativo, il dialogismo, la conversazione, lo spazio social, il romanzo sociale.
Così due secoli dopo, l’opera di Balzac parla della nostra epoca. La Francia del 1820, che cercava di dimenticare la Rivoluzione e le guerre imperiali riempiendo i teatri, dialoga con quella contemporanea.
Le parole di Balzac raccontano di oligarchie finanziarie, di compromessi tra politica e stampa, di banchieri al governo...
Insomma, gira e rigira troviamo la solita frittata.
Sappiamo tutto il male che Balzac pensava dei giornali. Maltrattato da rivali che pubblicavano fogli effimeri e sovente ricattatori, lo scrittore aveva riservato a questa nascente corporazione un risentimento profondo. Non sorprende che l’acredine di Balzac faccia ancora centro, riattivando la sfiducia sempre attuale nella stampa.