26/01/2019 Castel Maggiore - Auschwitz, una storia di vento. Giornata della Memoria. Un appuntamento di Agorà, la stagione teatrale dell'unione Reno Galliera
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- 26/01/2019 Castel Maggiore - Auschwitz, una storia di vento. Giornata della Memoria. Un appuntamento di Agorà, la stagione teatrale dell'unione Reno Galliera
- 2019-01-26T21:00:00+01:00
- 2019-01-26T22:30:00+01:00
- Cosa Cultura Partecipazione
- Quando 26/01/2019 dalle 21:00 alle 22:30
- Dove Castel Maggiore - Sala teatro Biagi D'Antona, Via Giorgio La Pira 54
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Sabato 26 gennaio 2019
matinée per le scuole e ore 21
Ingresso LIBERO
TEATRO BIAGI D’ANTONA
Castel Maggiore
Fabrizio Pallara / Compagnia Mamarogi
Giornata della Memoria
Auschwitz, una storia di vento
liberamente tratto dalla App “Auschwitz, una storia di vento” di Franco Grego - ilparagrafoblu
regia, adattamento, scene, luci Fabrizio Pallara
con Manuel Buttus e Roberta Colacino
assistente alla regia Adriano Giraldi
creazioni visive Massimo Racozzi
costruzione scene e costumi Luigina Tusini
una produzione Mamarogi/ CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
Dopo lo spettacolo dialogo con Siriana Suprani e Federica Mazzoni.
Auschwitz, una storia di vento affronta con delicatezza il tema della Shoah non solo come evento storico, ma come emblema di ogni discriminazione. JouJou e Didier sono due fratelli adulti che da bambini sono stati internati ad Auschwitz. Attraverso i loro occhi il racconto della storia personale dentro la Storia: il viaggio verso il campo di concentramento e la vita all’interno, ricordi che affiorano da quel tempo tragico che negava la vita e poi se la portava via.
Un racconto multimediale, che intreccia pubblico dagli otto anni al pubblico di adulti, con uno spettacolo di parole, illustrazioni e figure, nella prova scenica di due attori immersi e in continuo dialogo con il mondo di immagini animate.
Lo spettacolo coagula la difficoltà per i due bambini protagonisti, la quasi impossibilità a dire l’orrore e a raccontarlo. Il punto di vista dei bambini pone a noi oggi pungente la domanda, come raccontare l’orrore e come possiamo costruire memoria?
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